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Nessuno cerca più il “killer del catamarano”: Filippo De Cristofaro è ancora latitante

Filippo De Cristofaro

Filippo De Cristofaro, una vita da latitante

la 34enne Annarita Curina

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"Un premio all' omicida ". E l' assassino di Anna resta libero

Mentre la complice ha scontato la pena, Filippo De Cristofaro, autore dell’omicidio della skipper Anna Curina, è riuscito a evadere. Le critiche dell’avvocato Stefano Tornimbeni: “La valutazione del magistrato di sorveglianza lascia sgomenti”

Avatar di Sofia Dinolfo

Rubare a ogni costo il catamarano dell’amica 31enne pesarese Anna Curina e veleggiare in tutto il mondo. È stato questo il movente che ha spinto la coppia formata dal 34enne Filippo De Cristofaro e dalla 17enne Diana Beyer a compiere un atroce delitto . Milanese lui e olandese lei, per raggiungere l’obiettivo, De Cristofaro e Beyer hanno massacrato Curina. Il corpo della vittima è stato gettato in mare appesantito con un’ancora da 17 chili. Il piano diabolico è stato messo a segno mentre l’imbarcazione viaggiava a largo di Senigallia, in provincia di Ancona, ma è durato poco: 18 giorni dopo, un peschereccio che pescava a strascico ha recuperato il cadavere e gli assassini sono stati arrestati. Il crimine commesso il 10 giugno del 1988 è passato alla storia della cronaca nera come il “ delitto del catamarano ”. L’autore dell’omicidio, condannato all’ergastolo, dopo un secondo permesso premio, è fuggito e oggi è " uccel di bosco " come lo definisce il legale della famiglia di Anna Curina, Stefano Tornimbeni . “Per il magistrato di sorveglianza – spiega l’avvocato a IlGiornale.it - evidentemente l’ipotesi di una nuova fuga era una considerazione troppo complessa da elaborare”.

Le fasi che hanno preceduto il delitto

Uniti da amore ma anche dalla passione per i viaggi in barca a vela , Filippo De Cristofaro e Diana Beyer si erano conosciuti durante un viaggio di lui in Olanda. Il milanese era separato e con una figlia, lei invece era libera e ha deciso di abbandonare i genitori per fuggire con l’uomo della sua vita, condividendone tutte le esperienze in mare. Poi è arrivata l’occasione: un amico comune della coppia e di Anna Curina li ha messi in contatto. Così è stata pianificata la partenza verso le Baleari. Qui è maturata l’idea omicida di De Cristofaro: “ Questa - avrebbe detto secondo fonti Ansa il milanese alla fidanzata - è l’occasione buona per andare finalmente io e te in Polinesia. Ma per avere il catamarano dobbiamo far sparire lei ”. Dopo uno screzio nato nella coppia, a causa di De Cristofaro che lamentava di dover fare sempre tutto da solo, Beyer, per compiacerlo, si sarebbe offerta di uccidere la skipper: “ Se vuoi, ci provo io ”, avrebbe detto. Alla proposta della fidanzata De Cristofaro si sarebbe detto favorevole, consigliandole di uccidere la Curina con un colpo alla testa. Proposta respinta al mittente: “ Non me la sento - avrebbe risposto la Beyer - il sangue mi fa impressione. Perché non proviamo invece col veleno? ”. Accordo raggiunto.

Filippo De Cristofaro

L’omicidio di Anna Curina

Erano le 13.30 circa del 10 giugno quando Anna Curina e la coppia ospite a bordo del suo catamarano Arx sono partiti dal porto di Pesaro. Poco dopo il piano diabolico è stato messo in atto. Il milanese ha preparato delle gocce di ansiolitico che la Beyer ha versato nel caffè della skipper. Lui sapeva già che quella medicina non avrebbe avvelenato la donna, rivelandolo alla fidanzata solo in un secondo momento. L’obiettivo di De Cristofaro era infatti quello di stordire la vittima per ucciderla in modo violento. Dopo aver bevuto qualche sorso la Curina ha notato un sapore strano facendo sorseggiare la bevanda al suo ospite per un parere. L’uomo, fingendo di bere, le ha dato ragione buttando il liquido in mare.

Poco dopo la skipper, avvertendo dei dolori allo stomaco si è ritirata in cabina per riposare. Un malessere che via via è andato scemando. Proprio per questo motivo De Cristofaro ha consegnato alla fidanzata un coltello spingendola a commettere il delitto: “ Ti amo tantissimo – le avrebbe detto - se farai questo per me non lo dimenticherò per tutta la vita ”. Accompagnata dal fidanzato, la 17enne è entrata in cabina, colpendo la skipper a un fianco. Vedendo Curina sanguinare, Beyer è fuggita terrorizzata. Subito dopo De Cristofaro è entrato in cabina per prestare un finto soccorso alla donna. L’ha accompagnata fuori con la scusa di tamponarle le ferite e invece, con tre colpi di machete in testa, l’ha uccisa. Il cadavere è stato avvolto in una coperta e legato a un’ancora di 17 chili. Poi è sprofondato nel mare.

Il catamarano di Anna Curina

La scoperta dell’omicidio

Consumato il delitto, la coppia ha continuato il viaggio e, il giorno dopo, De Cristofaro ha dato appuntamento a un amico, Pieter Groenendijk, a Porto San Giorgio. Da qui l’uomo di origini olandesi si è imbarcato il 12 giugno a bordo dell’Arx, ribattezzata Fly2 dall’assassino. Per i tre ha avuto quindi inizio il viaggio verso la Sicilia. La navigazione è andata avanti ed è trascorsa bene per diversi giorni. Fino 28 giugno, quando i navigatori hanno deciso di puntare verso la Tunisia. Contestualmente, a largo di Senigallia, il peschereccio Azzurra83 ha recuperato casualmente il cadavere di Annarita Curina. Il ritrovamento di quel corpo ha fatto in poco tempo il giro di tutti i media e, mentre i tre si dirigevano nella nazione africana, hanno appreso dalla radio la notizia. Per la coppia era giunto il momento di scappare . Arrivati in Tunisia, i tre hanno abbandonato il catamarano fuggendo a piedi. Il 19 luglio la polizia tunisina li ha intercettati e arrestati.

La condanna degli assassini

La coppia non ha avuto il tempo di concordare un’unica versione dei fatti prima della cattura. Però il milanese, secondo gli inquirenti, avrebbe detto alla fidanzata di assumersi la responsabilità del reato: “ A te non possono punirti – avrebbe suggerito l’uomo – perché sei minorenne. Se ti prendi la colpa ci riabbracceremo presto ”. Ed è stato così che la Beyer ha detto di aver ucciso da sola la Curina. Il movente: gelosia. Le spiegazioni della ragazza però non erano convincenti e così, dopo un lungo interrogatorio, De Cristofaro è crollato, confessando di avere ucciso la skipper per impossessarsi della sua barca. Per lui è arrivata la condanna all’ergastolo, confermata dalla Corte di Cassazione il 5 giugno del 1991. Per la Beyer invece, il tribunale dei minori, il 17 dicembre del 1988, ha deciso una condanna a sei anni e sei mesi di reclusione. L’olandese Pieter Groenendijk è stato giudicato estraneo al delitto.

Diana Beyer

Le fughe di De Cristofaro: “La valutazione del magistrato di sorveglianza lascia sgomenti”

La condanna di Filippo De Cristofaro non è mai stata scontata in pieno. Nel 2007 infatti l’ assassino è evaso dal carcere per essere ripreso un mese dopo in Olanda e, nel 2014, ha ottenuto un permesso premio che ha sfruttato per un’altra fuga. Catturato nel 2016 in Portogallo, cinque mesi dopo è stato scarcerato per decorrenza dei termini di carcerazione detentiva ed è riuscito ancora una volta a fuggire. Sembra che la pratica di estradizione non sia andata a buon fine, in quanto in Portogallo non è prevista la pena dell’ergastolo.

“Nel 2014 il magistrato di sorveglianza” - spiega a IlGiornale.it l’avvocato che tutela la famiglia di Anna Curina, Stefano Tornimbeni – con una valutazione che lascia sgomenti, ha pensato bene di garantire un altro permesso premio all’ergastolano, che era già evaso una prima volta, dimostrando di non avere alcuna voglia di restare in carcere. E così, in occasione del secondo permesso premio, il criminale si è, guarda caso, reso uccel di bosco. Ma evidentemente per il magistrato l’ipotesi di una nuova fuga era una considerazione troppo complessa da elaborare”.

L’avvocato Tornimbeni esprime il proprio disappunto su più aspetti relativi al sistema giudiziario , raccontando anche il dolore della famiglia di Anna Curina. “Come si può amministrare la Giustizia in questo modo? - chiede l’avvocato, che prosegue - Che considerazione ha dimostrato il magistrato nei confronti dei familiari della povera Annarita Curina? Che considerazione ha dimostrato il magistrato nei confronti delle Forze di Polizia che per ben due volte, per stipendi indecorosi, hanno profuso indicibili sforzi per arrestare nuovamente l’assassino? Di fatto il magistrato non ha considerato in alcun modo né i familiari delle vittime né le Forze di Polizia, essendo troppo occupato a garantire tutte le tutele al criminale, negandole, di fatto, alla parte lesa. La mia indignazione è quella della famiglia Curina che, pur rimanendo sempre lontana dai riflettori, non ha potuto fare a meno di esprimere, tramite me, il proprio sconforto”.

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Che fine ha fatto Filippo De Cristofaro, l’assassino del catamarano?

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di Edoardo Montolli

Che fine ha fatto Filippo De Cristofaro lassassino del catamarano

Filippo De Cristofaro , detto Pippo, la conosce da quattro anni. Si chiama Diana Beyer e, nella tarda primavera del 1988 ne ha appena 17. Lo ama follemente e decide di fuggire con lui. L’occasione capita con un viaggio sul catamarano Arx, la cui skipper, Annarita Curina , 34 anni, è laureata in lingue alla Sorbona e grande appassionata di mare. Non sa Annarita, che il viaggio della coppia prevede la sua eliminazione fisica. De Cristofaro pensa di ucciderla e dileguarsi in Polinesia. La uccidono il 10 giugno, a poche ore dalla partenza da Pesaro. Il corpo della Curina viene ripescato al largo di Senigallia diciotto giorni più tardi: è stata stordita col valium e uccisa da una coltellata e tre colpi di machete .

Da qui inizia il giallo, destinato a occupare le prime pagine dei giornali per tutta l’estate: iniziano gli avvistamenti. Ma di persone ne vedono tre, alle Egadi. Dove sono Pippo e Diana e soprattutto, perché hanno ucciso? Si mormora che De Cristofaro abbia tre naufragi alle spalle e si pensa non siano lontani. L’unica è controllare le coste di Tunisia, Algeria e Marocco, affollate di turisti cui mescolarsi. Ma chi è il terzo uomo avvistato, capelli molto chiari tra i 25 e i 30 anni? Il 14 luglio la polizia si dice sicura che siano in Tunisia: li arrestano in effetti lì tutti e tre esattamente sette giorni dopo. L’Arx, vien fuori, era attraccato da giorni al porticciolo di Ghar El Melh . La terza persona, conosciuta fino a quel momento solo come Peter , risulta essere un amico della coppia, Pieter Gronendijk , uno che però col delitto non c’entra nulla: è salito a bordo dopo l’omicidio.

De Cristofaro, 34 anni, decide di parlare ad agosto inoltrato. Ammette il delitto, ma affida ai suoi legali alcune frasi per togliersi di dosso il marchio di “Rambo dei mari” affibiatogli dai giornali: «Non sono io la persona che hanno descritto. Non ho fatto niente per istigare Diana al delitto; tanto meno le ho rivolto frasi come  “fallo per amore mio”  o altre del genere. Quello che è stato detto è falso. Prima di incontrare Diana ho avuto una vita normalissima: anzi, mi pare di aver anche dimostrato qualche capacità. A vent'anni sono andato in Olanda, e lì, nonostante la difficoltà

oggettive di ambientamento che ho incontrato, mi sono presto inserito bene; non per niente ho ottenuto un impiego da contabile in un’azienda, ed è così che mi sono guadagnato anche una posizione sociale rispettabile. Da quando ho conosciuto lei sono entrato in una dimensione diversa . Non sono stato io a condizionare lei; casomai il coinvolgimento è stato reciproco. Non è vero che sono un ladro abituale di barche. Non ho rubato imbarcazioni nè alle Tremiti, nè a Cesenatico, nè a Rimini, come mi si attribuisce». Non lo spaventa la galera, dice. Ma stare lontano da Diana. Diana racconta invece che fu lui a proporre il delitto e lei ad offrirsi di farlo usando il valium, versatole nel caffè. Ma la skipper non lo aveva bevuto tutto. Ed era andata a dormire. Fu a quel punto che De Cristofaro aveva dato un coltello a Diana, invitandola a uccidere Annarita con queste parole: « Ti amo, ti amo tantissimo ; se farai questo per me non lo dimenticherò per tutta la vita». Diana aveva allora colpito Annarita ad un fianco, poi era scappata inorridita dal sangue. E lui era passato al massacro. Al processo Diana, minorenne al momento dei fatti, se la cava con sei anni e mezzo di condanna, dei quali sconta solo 15 mesi. De Cristofaro prende invece 38 anni in primo grado. E poi l’ergastolo. Lei si rifà una vita – ora ha tre figli -. Lui, in teoria, non dovrebbe uscire più. In teoria. Il 6 luglio 2007, nel corso di un permesso premio dalla prigione di Opera, De Cristofaro fugge . Lo ribeccano a Utrecht, proprio la città di Diana , un mese più tardi. Forse davvero la voglia di rivederla era superiore al terrore della galera. Di fatto passano altri sette anni. De Cristofaro usufruisce di un permesso premio per la Pasqua 2014: tre giorni di uscita dal carcere di Porto Azzurro, da trascorrere in una comunità di Portoferraio. E lui sparisce ancora. Diana, attraverso l’avvocato che la difese all’epoca, Marina Magistrelli, fa sapere: «Ho ancora molta paura di lui . Non lo sento da 26 anni, e mi chiedo come sia potuto accadere che Filippo sia evaso di nuovo, per la seconda volta». Chi lo sa. Di certo, da allora, nessuno l’ha più visto.

Edoardo Montolli

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Arrestato il killer del catamarano, due evasioni e la cattura in Portogallo

Nel 1988 uccise a colpi di machete annarita curina.

Arrestato De Cristofaro, il killer del catamarano: il caso sconvolse l'Italia nel 1988

L’omicidio del catamarano fu il caso di cronaca dell’estate del 1988, la notizia che riempì per settimane le prime pagine dei giornali italiani

de cristofaro filippo catamarano

La fuga ora è davvero finita. È stato arrestato in Portogallo dalla Polizia di Ancona, a due anni dall'ultima evasione, Filippo Antonio De Cristofaro.

Era stato condannato nel 1988, in via definitiva, alla pena dell’ergastolo per l’ omicidio di Annarita Curina, 34enne skipper pesarese , per appropriarsi del suo catamarano. La cattura di De Cristofaro, avvenuta in Portogallo, è stata possibile grazie alla cooperazione tra i poliziotti della Squadra Mobile di Ancona, quelli dello Sco, i nuclei speciali della Polizia portoghese ed il coordinamento di Eurojust. 

L’omicidio del catamarano fu il caso di cronaca dell’estate del 1988 , la notizia che riempì per settimane le prime pagine dei giornali. De Cristofaro con la complicità della sua fidanzata, l’olandese Diana Bayer, all’epoca 17enne, decise di rubare il catamarano alla skipper pesarese per fuggire su un atollo. Venne condannato all’ergastolo per omicidio e occultamento di cadavere ma era riuscito ad evadere due anni fa dal carcere di Porto Azzurro.

Il 10 giugno 1988 Diana, che secondo i giudici agì spinta dall’amante , pugnalò la skipper del catamarono su cui si trovavano tutti e tre, Annarita Curina. La donna venne colpita dapprima a un fianco. Poi De Cristofaro le diede il colpo mortale con un machete.

Solo il 28 luglio 1988 a Senigallia venne recuperato il cadavere della skipper. In quei giorni, sul catamarano della skipper si trovava un amico olandese della coppia, Pieter Gronendijk, poi condannato per il furto del natante. I due olandesi e De Critofaro vennero rintracciati dalla polizia in Tunisia, nel tentivo di fuggire dopo aver abbandonato la barca.  Diana Bayer venne condannata a sei anni e sei mesi di carcere per concorso in omicidio, tuttavia scontò solo 15 mesi perché ottenne la libertà condizionale e poi l’assegnazione a una comunità a Grosseto. 

De Cristofaro in primo grado fu condannato a 38 anni: la condanna venne trasformata in ergastolo nel processo di appello.    

© Riproduzione riservata

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Fugge dal Portogallo il ‘killer del catamarano’: uccise una donna a colpi di machete

Immagine

Filippo De Cristofaro, noto come ‘il killer del catamarano', è fuggito dal Portogallo. Deve scontare l'ergastolo per omicidio di Annarita Curina, 33 anni, uccisa il 10 giugno 1988 a colpi di machete. Pippo De Cristofaro risulta scomparso dall'ottobre scorso, quando era stato rimesso in libertà perché l'Autorità giudiziaria portoghese non aveva concesso l'estradizione. De Cristofaro era stato arrestato per possesso di documenti falsi in Portogallo, dove era latitante dopo la sua seconda evasione dal carcere dell'isola d'Elba ed era tornato libero per la decorrenza dei termini della pena.

La storia del delitto del catamarano

Mar Adriatico, acque aperte: il 28 giugno 1988, un'imbarcazione che pratica la pesca a strascico, a sette miglia al largo di Marzocca di Senigallia (Ancona), tira su qualcosa di molto pesante. È il cadavere di una donna di circa 30 anni, al quale è legata un’ancora di 17 chili. Vengono allertate immediatamente le autorità di Ancona che escludono subito che possa essersi trattato di un incidente: quella donna è stata uccisa e qualcuno ha tentato di disfarsi del suo corpo gettandolo in mare. Dieci giorni prima, Annarita Curina, 33 anni, divorziata con la passione per il mare che era diventata ormai una professione, era salpata per una gita con il suo catamarano Arks, acquistato in comproprietà con un'amica. Dieci metri, nuovo di zecca, era un autentico gioiello del mare. Annarita aveva deciso di partire per quel viaggio con i suoi amici i primi di giugno del 1988. Per una sventurata coincidenza, nessuno dei compagni di viaggio era riuscito a raggiungerla, ma coppia di turisti si era aggregata all'ultimo momento. Lui, Filippo De Cristofaro, trentenne ballerino italiano,  lei neanche maggiorenne, Diana Be yer, olandese, volevano fare un lungo viaggio in mare.

I tre salpano, ma i noleggiatori hanno un solo scopo: quello di appropriarsi del catamarano. Il 10 giugno il caffè di Annarita verrà corretto con una dose di valium, un potente ansiolitico. Quando la skipper si addormenta andrà in scena il piano iniziale: l'omicidio. Sarà prima Diana a colpirla con un coltello, ma la mano insicura della ragazzina non può certo uccidere e così le subentra il suo compagno che infierisce su Annarita con un machete, una, due, tre volte, poi la getta in acqua. Preoccupato che possa essere ancora viva la tira su, zavorra il corpo con una pesante ancora e la rigetta in mare. A quel punto il nuovo skipper di bordo e la sua Lolita iniziano una disperata fuga per il Mediterraneo. Cambiano nome al nome al catamarano per sfuggire alle ricerche ma la scarsa esperienza di De Cristofaro si manifesta quasi subito: l'imbarcazione si incaglia in Tunisia. I due fuggono a cavallo attraverso il deserto, ma sulle loro teste pende un mandato di cattura internazionale che consente alla polizia tunisina di arrestarli.

Diana Beyer e Filippo De Cristofaro dopo l'arresto

Il killer e la sua ‘Lolita'

Quando inizia il processo e appare chiaro che le responsabilità maggiori ricadranno su De Cristofaro, l'avventuriero comincia a denigrare la ragazza. Emerge, raccontata da una stampa particolarmente interessata a quell'aspetto della vicenda, una storia da romanzo. I due si erano conosciuti quando ‘Pippo' aveva era 30 anni e lei solo 13 anni, in una scuola di danza che De Cristofaro aveva aperto a Rotterdam, in Olanda. Sedotta dal carisma di quell'uomo la ragazza aveva accettato di fuggire con lui, ma i genitori avevano presto interrotto la fuga e riportato a casa l'adolescente. I due si sarebbero ritrovati proprio nell'estate del 1988 quando progettarono di andare via per vivere liberamente la storia. L'occasione si presentò con l'opportunità del viaggio sull'Arx.

La condanna

Processata dal tribunale dei minori, il 17 dicembre 1988, Diana Beyer sarà condannata nel 1991, mentre a sei anni De Cristofaro all’ergastolo. Ma Pippo non voleva arrendersi a quella condanna è così, nel luglio 2007, durante un permesso premio, evase dal carcere di Opera (Milano), dove era stato recluso. La latitanza durò solo 30 giorni e De Cristofaro venne catturato il mese successivo ad Utrecht in Olanda dalla polizia olandese in collegamento con quella di Ancona. è evaso dal carcere di Porto Azzurro, sull'isola d'Elba. Nel 2014 la storia si ripete: De Cristofaro evade dal carcere di Porto Azzurro, sull'isola d'Elba, durante un permesso premio. Questa volta, però, la latitanza dura ben due anni. Il killer del catamarano verrà arrestato dopo 24 mesi. Le autorità italiane lo rintracciarono a Lisbona, dove viene arrestato nel maggio 2016, dalla polizia portoghese, per possesso di documenti falsi.

La figlia star tv

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Sullo sfondo di questa vicenda, nella vita del killer del catamarani, c'è un matrimonio riparatore con un'altra giovane olandese dalla quale era nata una figlia. Caroline De Cristofaro è nata in Olanda ma ha abitato sei anni a Milano, dove non è mai voluta tornare per l'eco della vicenda giudiziaria che interessava suo padre. Attrice, presentatrice e pr Caroline De Cristofaro, vive tra Utrecht e Amsterdam, ed è un volto noto della tv olandese. E apparsa nella soap opera italiana in onda su Canale 5 «Una famiglia particolare".  Nel 2007 De Cristofaro era stato catturato proprio in Olanda, dove si trovava per incontrare la figlia, oggi 42enne, e l’ex moglie Ria Maurits, a Utrecht.

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INCREDIBLE The catamaran killer is a fugitive again!

  • September 29, 2022
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Killer del catamarano, trent'anni dopo il delitto è di nuovo in fuga

 Filippo Antonio De Cristoforo

E' di nuovo in fuga Filippo De Cristofaro , il 'killer del catamarano' , condannato in Italia all'ergastolo per aver ucciso, nel giugno 1988, la skipper Annarita Curina , a colpi di machete. Il 63enne ex ballerino noto alle cronache con il nome di “Rambo” ha fatto perdere le proprie tracce in Portogallo dove era stato rimesso in libertà lo scorso 15 ottobre, quando la magistratura locale lo ha scarcerato “per decorrenza dei termini" senza avvertire le istituzioni italiane. Per la giustizia portoghese era in cella, in attesa di processo, solo per possesso di documenti falsi.

De Cristofaro era già evaso nel 2007 dal carcere di Milano-Opera e nel 2014 dal penitenziario di Porto Azzurro all'Elba, fino al nuovo arresto nel maggio scorso vicino Lisbona.

La vicenda dominò a lungo sui giornali di fine anni '80, sia per la brutalità del delitto che per i contorni torbidi della vicenda.

I protagonisti:

  • Filippo De Cristofaro : ribattezzato “Rambo” è il killer del catamarano
  • Diana Beyer : olandese, amante di Filippo e complice del delitto
  • Annarita Curina : skipper 33enne e proprietaria del catamarano preso in affitto dalla coppia

La ‘pesca’ che dà il via del indagini

Il 28 giugno del 1988 l’equipaggio del peschereccio “Azzurra ´83”, al largo di Senigallia scopre tra le maglie delle reti da pesca un corpo avvolto in una coperta e zavorrato con un’ancora di 17 chili legata alle caviglie. Il volto è sfigurato dai colpi di machete. La macabra scoperta dà il via alle indagini.

Il viaggio verso Ibiza finito in massacro

Gli investigatori identificano quasi subito la donna: il 10 giugno Annarita Curina era salpata dal porto di Pesaro diretta a Ibiza in compagnia del 39enne Filippo De Cristofaro - divorziato e papà di una bambina - e di Diana Beyer, diciassettenne amante dell’uomo da circa quattro anni. La coppia aveva affittato l’imbarcazione e la skipper avrebbe dovuto accompagnarli fino all’isola delle Baleari. Ma così non era stato: subito dopo la colazione i due ospiti avevano prima stordito la donna con del Valium e poi l’avevano massacrata a colpi di machete . Poi si erano sbarazzati del cadavere avvolgendolo in una coperta e legando un’ancora alle caviglie.

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Il sogno polinesiano

Filippo e Diana, Rambo e Lolita, come verranno ribattezzati dai media, vogliono fuggire dalla loro vita, raggiungere la Polinesia e una volta li vivere la loro storia . Per riuscirci sono disposti a tutto. Anche ad ammazzare la proprietaria del catamarano per rubare l’imbarcazione che gli avrebbe garantito un futuro. Le cose non vanno secondo loro piani. Per camuffarsi la coppia cambia il nome del catamarano in “Fly2” al Porto di San Giorgio, nelle Marche, dove sale al bordo anche Pieter Gronendijk, un amico olandese di 27 enne che risulterà essere estraneo ai fatti. Insieme fuggono per settimane per tutto il Mediterraneo.

La cattura e le condanne

Dopo 40 giorni, De Cristofaro e la fidanzata vengono catturati in Tunisia ed estradati in Italia. Diana viene processata dal tribunale dei minori, il 17 dicembre 1988, e condannata a sei anni e sei mesi di reclusione. De Cristofaro viene condannato a 30 anni in primo grado, pena tramutata nell’ergastolo in appello e in Cassazione, il 5 giugno 1991.

Un killer perennemente in fuga

Di scontare la sua pena, però, De Cristofaro non vuole saperne, tanto che fugge dal carcere tre volte : la prima nel 2007 dall'istituto di Opera (Milano) . Approfittando di un permesso premio, Rambo si dà alla macchia fino al mese successivo, quando viene catturato ad Utrecht, in Olanda, dalla Polizia olandese. A novembre dello stesso anno Rambo viene estradato da Amsterdam e rinchiuso nel carcere romano di Rebibbia. La seconda fuga risale all’aprile del 2014. Anche in questo caso approfitta di un permesso premio di tre giorni concesso per Pasqua dal 19 al 21 aprile e fugge dal penitenziario dell’Isola d’Elba.

Il 20 maggio del 2016, dopo due anni di latitanza, il killer del catamarano viene catturato dalla polizia italiana e portoghese a Gamalares, vicino Sintra , a 30 chilometri da Lisbona. Come era riuscito a farla franca? “E’ intelligente, esperto informatico, un giramondo in grado di parlare molte lingue e di fare ogni lavoro”, dirà di lui il capo della Mobile Virgilio Russo.

Killer del catamarano: il delitto nel 1988 Poi due rocambolesche fughe

Il primo arresto di Pippo De Cristofaro

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Dall’Olanda

Diane e il delitto del catamarano «i miei figli non devono sapere», dopo la cattura in portogallo , il killer de cristofaro ha chiesto di chiamare la figlia: «stavolta torno in galera per sempre» il messaggio che le ha consegnato, di andrea galli.

Diane Beyer, nel 1988, subito dopo il suo arresto

UTRECHT (Olanda) Aveva una telefonata a disposizione, dopo l’arresto. E Filippo De Cristofaro non ha scelto nessuna donna della sua vita assassina, approfittatrice e latitante. Non Diana Beyer, l’amante e complice nell’omicidio del 1988, che scappa invocando pietà, attraverso il padre, ex impiegato dello zoo di Rotterdam, se non per lei almeno per i tre bimbi avuti dopo la prigione; non le tre sorelle convocate in piazza Duomo a Milano, nei giorni dell’evasione da Porto Azzurro di due anni fa, per chiedere ancora una volta denaro; non l’ex moglie Ria Maurits tradita, all’epoca, per quella lolita olandese, prima mantide forse ingenua e adesso mamma orgogliosa e tenace, perseguitata da un’ossessione: «Mi vergogno di quanto ho fatto e non voglio che i miei piccoli lo sappiano».

De Cristofaro e l?omicidio del catamarano

De Cristofaro e l’omicidio del catamarano

Notte d’amore dopo l’evasione

Il killer ergastolano avrebbe voluto parlare con la figlia Caroline. Agli agenti ha chiesto di comporre il numero del suo compagno, Eric. Caroline non gli avrebbe mai risposto. A partita ormai perduta, inutile giocarsi l’unica fiche rimasta. «Eric, se vuoi dirglielo, io stavolta torno in galera per sempre». Il giorno della fuga dall’ultimo carcere, prima di imbarcarsi su un traghetto e lasciare l’isola d’Elba, De Cristofaro, arrestato dalla Catturandi di Ancona, aveva agganciato una ragazza. Avevano fatto l’amore e subito se n’era andato, lasciando delle banconote sul comodino. Aveva raggiunto Milano dove vivono le sorelle, una delle quali, perpetua da un parroco, gli aveva donato nel tempo l’intero patrimonio. Credeva ancora, l’assassino che in Portogallo dormiva per terra e s’arrangiava con lavoretti di riparazione, di recitare la solita parte. L’autodistruttivo con lo sprezzo del pericolo, l’avventuriero rubacuori.

Respinto dalle sorelle

Le sorelle l’avevano incontrato e congedato: dimenticati di noi. E infatti neanche più ha provato a telefonare. I poliziotti comandati da Carlo Pinto, cagnacci di fatica e affetti sacrificati, non hanno trovato tracce. Come non ne hanno trovate qui in Olanda. A Utrecht, città pacifica, di bici e universitari, residenza sia di Ria che di Carolina, De Cristofaro c’era già stato. Sempre da latitante. Nel 2007. E l’avevano arrestato. Delle nazioni esaminate come possibili tappe del fuggiasco, l’Olanda non c’era. In conseguenza non di certezze ma del fiuto. Se mai aveva pensato o tentato di raggiungere Diana, che abita tra un sobborgo di Rotterdam e Utrecht (secondo gli investigatori cambierebbe spesso indirizzo), sicuramente si sarà perso nell’ostinato isolamento scelto una volta scontati i nove anni di prigione. Anche il padre, davanti alla casa nella via residenziale di Rotterdam, resiste una ventina di secondi. E non perché parli l’olandese e, di inglese, capisca un’unica parola: daughter , figlia.

Prossima fermata: Bari

Prigioniero del personaggio, De Cristofaro se ne fregava del mondo intorno. La data di nascita sul passaporto falso a nome Andrea Bertone era un 22 aprile. I poliziotti gli hanno chiesto per quale motivo. Ha risposto che era evaso il 21 aprile e l’indomani era il primo vero giorno della libertà, dell’esistenza riconquistata. E l’email, agganciata attraverso Skype e decisiva nell’indagine... Le prime lettere dell’identità fasulla, an e be, inframmezzate da quattro numeri: 07 e 04. Il sette aprile, la sua data di nascita; [email protected] l’account che l’ha incastrato. La squadra mobile di Ancona ha chiesto aiuto a Google per localizzare i punti d’accesso ai computer. Permesso accordato. Ne è nata una rosa di località in Portogallo, che via via si sono ristrette fino alla zona di Sintra, l’ultimo buen retiro. Utilizzava poco il telefono, De Cristofaro. Non era un consumatore di Sim. Tre, dall’evasione di Porto Azzurro, i numeri cambiati. Aveva in programma un viaggio a Bari, per incontrare personaggi della mala albanese in previsione di un nuovo nascondiglio. Forse l’han venduto. Gli investigatori tacciono: l’inchiesta, che ha il prezioso sostegno dello Sco della polizia, non è terminata. Forse, si dice, e non per forza dev’essere una conclusione romanzesca in fondo a una tragica saga, una folata del vento che prima o poi gira per chiunque, l’ha tradito una donna .

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Sparito il killer del catamarano, scarcerato mesi fa in Portogallo

Filippo De Cristofaro, condannato all’ergastolo per l’omicidio della skipper Annarita Curina, è irreperibile da quando le autorità portoghesi lo hanno liberato per “decorrenza dei termini massimi di custodia cautelare”. L'ex pm di Milano, che si era occupato del caso: "Chi lo dice alla famiglia?"

Filippo De Cristofaro, condannato all’ergastolo per l’omicidio della skipper Annarita Curina, è libero. Da ottobre, inoltre, non si hanno più sue notizie. L’uomo era detenuto in carcere in Portogallo, dove era stato arrestato per possesso di documenti falsi dopo due anni di indagini e pedinamenti. In passato De Cristofaro era evaso due volte dalle carceri italiane, prima da Opera e poi dal penitenziario di Porto Azzurro. Dopo l’ultima fuga, era stato arrestato nuovamente nel 2016, dalla squadra mobile di Ancona, proprio in Portogallo. Qui, esaurito il termine di custodia cautelare, è stato scarcerato. La richiesta di estradizione, inoltrata dall’Italia alle autorità portoghesi, non ha mai ricevuto risposta.  

Le indagini sul versante italiano - “Abbiamo ricevuto una nota ieri da Roma - ha spiegato il questore di Ancona - e ora stiamo cercando di ricostruire quanto accaduto”. La squadra mobile anconetana ha avviato subito le indagini “per senso di responsabilità e serietà”. Intanto della vicenda si sta occupando anche il ministero della Giustizia italiano.

L'ex pm di Milano: chi lo dice alla famiglia? - Sul caso è intervenuto anche l'ex pm di Milano, che aveva seguito le tappe processuali: "Con tutta la fatica che abbiamo fatto per prenderlo, chi lo dice ora alla famiglia della vittima?" si chiede Ferdinando Pomarici. "La responsabilità -  aggiunge - è delle autorità portoghesi, si parla tanto della giustizia italiana ma se l'avessimo fatta noi una cosa del genere ci avrebbero massacrato".

L'omicidio e le due evasioni - De Cristofaro, detto “Pippo”, era stato condannato nel 1991 all’ergastolo per aver ucciso la skipper di 33 anni Annarita Curina. L'omicidio, commesso il 10 giugno del 1998 a colpi di machete, è stata la conseguenza del furto di un catamarano, con il quale De Cristofaro voleva raggiungere la Polinesia. Dopo una fuga di 40 giorni, l’uomo era stato fermato in Tunisia e poi estradato in Italia. Rinchiuso nel carcere di Opera, era riuscito a evadere nel 2007, ma era stato poi rintracciato in Olanda. La seconda evasione, invece, risale al 2014 ed è avvenuta quando l’uomo si trovava nel carcere di Porto Azzurro, sull’Isola d’Elba, mentre godeva di un permesso premio di tre giorni. Da lì era cominciata la sua fuga in tutta Europa, conclusa dopo due anni in Portogallo.

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Utilizzava poco il telefono, de cristofaro. tre, dall' evasione di porto azzurro, i numeri cambiati - aveva in programma un viaggio a bari, per incontrare personaggi della mala albanese in previsione di un nuovo nascondiglio. forse l' han venduto. gli investigatori tacciono: l'inchiesta non è terminata... -.

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DE CRISTOFARO 1

Andrea Galli per il “Corriere della Sera”

Aveva una telefonata a disposizione, dopo l' arresto. E Filippo De Cristofaro non ha scelto nessuna donna della sua vita assassina, approfittatrice e latitante. Non Diana Beyer, l' amante e complice nell' omicidio del 1988, che scappa invocando pietà, attraverso il padre, ex impiegato dello zoo di Rotterdam, se non per lei almeno per i tre bimbi avuti dopo la prigione;

non le tre sorelle convocate in piazza Duomo a Milano, nei giorni dell' evasione da Porto Azzurro di due anni fa, per chiedere ancora una volta denaro; non l' ex moglie Ria Maurits tradita, all' epoca, per quella lolita olandese, prima mantide forse ingenua e adesso mamma orgogliosa e tenace, perseguitata da un' ossessione:

FILIPPO DE CRISTOFARO

«Mi vergogno di quanto ho fatto e non voglio che i miei piccoli lo sappiano».

Il killer ergastolano avrebbe voluto parlare con la figlia Caroline. Agli agenti ha chiesto di comporre il numero del suo compagno, Eric. Caroline non gli avrebbe mai risposto. A partita ormai perduta, inutile giocarsi l' unica fiche rimasta. «Eric, se vuoi dirglielo, io stavolta torno in galera per sempre».

Il giorno della fuga dall' ultimo carcere, prima di imbarcarsi su un traghetto e lasciare l' isola d' Elba, De Cristofaro, arrestato dalla Catturandi di Ancona, aveva agganciato una ragazza. Avevano fatto l' amore e subito se n' era andato, lasciando delle banconote sul comodino.

Aveva raggiunto Milano dove vivono le sorelle, una delle quali, perpetua da un parroco, gli aveva donato nel tempo l' intero patrimonio. Credeva ancora, l' assassino che in Portogallo dormiva per terra e s' arrangiava con lavoretti di riparazione, di recitare la solita parte. L' autodistruttivo con lo sprezzo del pericolo, l' avventuriero rubacuori.

DIANE BEYER

Le sorelle l' avevano incontrato e congedato: dimenticati di noi. E infatti neanche più ha provato a telefonare. I poliziotti comandati da Carlo Pinto, cagnacci di fatica e affetti sacrificati, non hanno trovato tracce. Come non ne hanno trovate qui in Olanda. A Utrecht, città pacifica, di bici e universitari, residenza sia di Ria che di Carolina, De Cristofaro c' era già stato. Sempre da latitante. Nel 2007. E l' avevano arrestato. Delle nazioni esaminate come possibili tappe del fuggiasco, l' Olanda non c' era.

In conseguenza non di certezze ma del fiuto. Se mai aveva pensato o tentato di raggiungere Diana, che abita tra un sobborgo di Rotterdam e Utrecht (secondo gli investigatori cambierebbe spesso indirizzo), sicuramente si sarà perso nell' ostinato isolamento scelto una volta scontati i nove anni di prigione. Anche il padre, davanti alla casa nella via residenziale di Rotterdam, resiste una ventina di secondi. E non perché parli l' olandese e, di inglese, capisca un' unica parola: daughter , figlia.

FILIPPO DE CRISTOFARO

Prigioniero del personaggio, De Cristofaro se ne fregava del mondo intorno. La data di nascita sul passaporto falso a nome Andrea Bertone era un 22 aprile. I poliziotti gli hanno chiesto per quale motivo. Ha risposto che era evaso il 21 aprile e l' indomani era il primo vero giorno della libertà, dell' esistenza riconquistata. E l' email, agganciata attraverso Skype e decisiva nell' indagine...

Le prime lettere dell' identità fasulla, an e be, inframmezzate da quattro numeri: 07 e 04. Il sette aprile, la sua data di nascita; [email protected] l' account che l' ha incastrato. La squadra mobile di Ancona ha chiesto aiuto a Google per localizzare i punti d' accesso ai computer. Permesso accordato. Ne è nata una rosa di località in Portogallo, che via via si sono ristrette fino alla zona di Sintra, l' ultimo buen retiro.

ANNARITA CURINA LA SKIPPER

Utilizzava poco il telefono, De Cristofaro. Non era un consumatore di Sim. Tre, dall' evasione di Porto Azzurro, i numeri cambiati. Aveva in programma un viaggio a Bari, per incontrare personaggi della mala albanese in previsione di un nuovo nascondiglio. Forse l' han venduto. Gli investigatori tacciono: l' inchiesta, che ha il prezioso sostegno dello Sco della polizia, non è terminata. Forse, si dice, e non per forza dev' essere una conclusione romanzesca in fondo a una tragica saga, una folata del vento che prima o poi gira per chiunque, l' ha tradito una donna .

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    frontedeblog.it. Filippo De Cristofaro era stato condannato per il "delitto del catamarano" ('88). Evaso durante un permesso premio, ha fatto perdere le tracce da ormai un anno.

  5. Delitto del catamarano, libero e latitante il killer di Annarita Curina

    L'omicidio: Il 10 giugno 1988, Filippo De Cristofaro, assieme all'amante diciassettenne olandese Diana Beyer, aveva affittato il catamarano "Arx" con l'intento di rubarlo per raggiungere la Polinesia. Arrivati al largo, uccisero la skipper 34enne Annarita Curina a colpi di machete dopo averla stordita con del Valium, per poi legare il ...

  6. Arrestato il killer del catamarano, due evasioni e la cattura in

    È stato arrestato in Portogallo dalla Polizia di Ancona, il latitante Filippo Antonio De Cristofaro, il "killer del catamarano", condannato nel 1988, in via definitiva, alla pena dell'ergastolo ...

  7. FILIPPO DE CRISTOFARO, IL KILLER DEL CATAMARANO

    🔔 Iscriviti https://bit.ly/youtubecriminaleGiallo Criminale #52 Episodio | Filippo de Cristofaro, Il Killer del Catamarano.Ospiti: Carmen Gueye Wilma Cioc...

  8. Arrestato De Cristofaro, il killer del catamarano: il caso sconvolse l

    La fuga ora è davvero finita. È stato arrestato in Portogallo dalla Polizia di Ancona, a due anni dall'ultima evasione, Filippo Antonio De Cristofaro. Era stato condannato nel 1988, in via definitiva, alla pena dell'ergastolo per l' omicidio di Annarita Curina, 34enne skipper pesarese, per appropriarsi del suo catamarano.

  9. Preso in Portogallo il killer del catamarano. Era evaso dal carcere nel

    ROMA - È stato arrestato in Portogallo dalla polizia di Ancona Filippo Antonio De Cristofaro, 62 anni, condannato nel 1991, in via definitiva, alla pena dell'ergastolo per l'omicidio di Annarita ...

  10. Il killer del catamarano preso in Portogallo

    Arrestato Filippo De Cristofaro, evaso due anni fa dal carcere di Porto Azzurro. Nel 1988 uccise una skipper 34enne insieme alla fidanzata all'epoca minorenne.

  11. Arrestato il killer del catamarano

    Arrestato il killer del catamarano era evaso dal carcere nel 2014 «Complimenti, mi avere trovato» Fermato in Portogallo dalla polizia di Ancona Filippo Antonio De Cristofaro, condannato nel 1988 ...

  12. Fugge dal Portogallo il 'killer del catamarano': uccise una donna a

    Filippo De Cristofaro, noto come 'il killer del catamarano', è fuggito dal Portogallo. Deve scontare l'ergastolo per omicidio di Annarita Curina, 33 anni, uccisa il 10 giugno 1988 a colpi di ...

  13. Il giallo delCatamar­ano L'asssino di Annarita si è ...

    Filippo De Cristofaro e Diana Bayer, mentre programmav­ano il delitto, nel giugno 1988, probabilme­nte si sentivano belli e maledetti come certi protagonis­ti dei romanzi rosa, e invece erano sempliceme­nte due protagonis­ti di un giallo da edicola della stazione, malvagi e miserabili. ... Il piano era semplice: noleggiare il catamarano a ...

  14. INCREDIBLE The catamaran killer is a fugitive again!

    Instead, De Cristofaro got 30 years in the first instance, a sentence that was changed to life in prison on appeal and in the Supreme Court on June 5, 1991. The most recent image of Filippo De Cristofaro disclosed by Chi l'Ha Visto? THE KILLER IS ON THE LOOSE However, De Cristofaro managed to escape from prison twice.

  15. Killer del catamarano, trent'anni dopo il delitto è di nuovo in fuga

    E' di nuovo in fuga Filippo De Cristofaro, il 'killer del catamarano', condannato in Italia all'ergastolo per aver ucciso, nel giugno 1988, la skipper Annarita Curina, a colpi di machete.Il 63enne ...

  16. Killer del catamarano: il delitto nel 1988

    Poi due rocambolesche fughe. ANCONA - È stato catturato per la terza volta Filippo «Pippo» de Cristofaro, 62 anni, l'uomo che nel giugno 1988 uccise a colpi di machete la skipper pesarese Annarita Curina, per impadronirsi del suo catamarano mentre erano in viaggio verso le Baleari, insieme alla 17enne olandese Diane Beyer e ad un altro amico ...

  17. Killer del catamarano, preso dopo due anni di fuga in Portogallo

    Comincia così quello che per tutta quell'estate sarà il "giallo del catamarano", dove la rocambolesca fuga di Filippo De Cristofaro, 34 anni, e della compagna olandese Diana Beyer, 17 anni ...

  18. Diane e il delitto del catamarano«I miei figli non devono sapere»

    di Andrea Galli. Diane Beyer, nel 1988, subito dopo il suo arresto. shadow. UTRECHT (Olanda) Aveva una telefonata a disposizione, dopo l'arresto. E Filippo De Cristofaro non ha scelto nessuna ...

  19. Sparito il killer del catamarano, scarcerato mesi fa in Portogallo

    Sparito il killer del catamarano, scarcerato mesi fa in Portogallo. Il video non è momentaneamente disponibile. Per favore riprova più tardi. Filippo De Cristofaro, condannato all'ergastolo ...

  20. Preso in Portogallo il killer del catamarano De Cristofaro

    Roma, (askanews) - Arrestato, in Portogallo, il latitante Filippo Antonio De Cristofaro, autore dell'assassinio di Annarita Curina, 34enne skipper pesarese, ...

  21. la complice del killer del catamarano:mi vergogno del ...

    FILIPPO DE CRISTOFARO . Prigioniero del personaggio, De Cristofaro se ne fregava del mondo intorno. La data di nascita sul passaporto falso a nome Andrea Bertone era un 22 aprile. I poliziotti gli hanno chiesto per quale motivo. Ha risposto che era evaso il 21 aprile e l' indomani era il primo vero giorno della libertà, dell' esistenza ...

  22. Storie Maledette De Cristofaro Parte 1/7

    Storie maledette Arx Il catamarano della morte Filippo De Cristofaro Leosini Assassini Delitti